“ La fotografia è uno strumento di sottrazione. Lo è per limiti o per specificità strutturali che comportano la rimozione di tutta una gamma di percezioni sensoriali e cromatiche.
La fotografia offre perciò a Giusi Bonomo la possibilità di proteggere ed esprimere con prudenza la propria intimità e la propria fragilità, senza mai cedere all’ostentazione. Svelando solo frammenti visivi che sono porzioni minime di un sentire complesso. Come porzioni minime di un sistema naturale complesso sono le foglie o i petali che, staccati dal fiore, accompagnano l’autrice nel suo percorso silenzioso e straniante”. Laura Manione
Sanremo, Museo del Fiore Villa Ormond
Senza titolo, 2017